FORMAZIONE SPECIFICA RISCHIO BASSO

formazione specifica rischio basso
Basso rischio

In sede EvoForm Consulting è stato erogato il corso di formazione specifica rischio basso che coinvolge tutti i lavoratori in ambito impiegatizio. La tipologia di rischio affrontata è stata quella a rischio basso.

La formazione è iniziata con un riepilogo dei rischi presenti in un qualunque ufficio, all’interno del quale sono presenti delle persone che lavorano coi i videoterminali. L’elenco di tutti i possibili rischi, grazie alla partecipazione dei presenti in aula, si è sviluppato così come segue:

  • Incendio
  • Inciampo
  • Caduta di carichi
  • Danni alla vista
  • Stress
  • Problemi posturali
  • Rumore
  • Aria condizionata: aspetto molto critico da non sottovalutare, poiché è al centro della maggior parte dei conflitti all’interno dell’ambiente lavorativo.

Formazione specifica rischio basso: la segnaletica nell’ambiente di lavoro

Successivamente all’individuazione dei principali rischi sul luogo di lavoro che rientrano nella categoria “rischio basso”, la formazione è proseguita affrontando la parte di segnaletica, aspetto molto importante per la sicurezza dei dipendenti sul luogo di lavoro.

Cosa prevede il decreto per formazione specifica rischio basso

Il decreto 81/2008 prevede che sia presente una precisa cartellonistica, nello specifico la segnaletica nei luoghi di lavoro e in tutti gli edifici in generale. La segnaletica varia a seconda dell’azienda o società che incontriamo: ad esempio le aziende che trattano agenti chimici presenteranno pittogrammi di pericolo per sostanze e agenti chimici sul luogo, in confronto a quelle che lavorano nel settore servizi e quindi coi video terminali, in cui il rischio è minimo se non addirittura nulla.

Per verificare la conoscenza dei partecipanti sui simboli presenti in azienda, lo psicologo del lavoro e coordinatore della formazione, ha coinvolto i partecipanti in una prova che consisteva nel fornire alcuni esempi corrispondenti a pittogrammi standard, privi di ulteriori simboli, stimolandone la memoria e l’associazione.

Macro categorie di segnaletica

In particolare, sono stati presi in considerazione le seguenti 5 macro categorie:

  1. Divieti (di accesso al personale, di calpestare superfici)
  2. Avvertimenti di pericolo (radiazioni, tensione elettrica, carichi sospesi, pavimento scivoloso)
  3. Obblighi (di lavarsi le mani, di indossare i DPI)
  4. Salvataggio (indicazione di uscita, scale di emergenza, punto di raccolta, lavaggio occhi, kit di emergenza, locale infermeria)
  5. Segnalazione antincendio (posizione dell’estintore, posizione dell’accetta).

Questa esercitazione ha permesso ai partecipanti una maggiore comprensione e scambio di informazioni dei cartelli all’interno e all’esterno dell’ambiente lavorativo.

L’illuminazione e l’ergonomia nella formazione specifica basso rischio

Il tema successivo nella formazione è stata l’illuminazione, che rientra nel mondo dell’ergonomia, ovvero lo studio e la progettazione ottimale delle macchine e della disposizione del layout dei luoghi di lavoro in rapporto al lavoro umano.

Il coordinatore fa notare che il 90% degli oggetti che noi vediamo, è simmetrico e questo per permettere un uso intuitivo di tale oggetti. Infatti, è importante organizzare il proprio ufficio e in generale il luogo di lavoro in modo tale da permettere un ottimale svolgimento dell’attività, in sicurezza e serenità.

Luce artificiale e luce naturale

Il layout degli uffici prende in considerazione la posizione della luce artificiale e quella naturale, del posizionamento del proprio videoterminale, oltre che la posizione dell’aria condizionata.

La luce naturale, ad esempio, deve sempre essere laterale se posizionata dietro il videoterminalista, al fine di evitare eventuali riflessi ed eccessiva illuminazione, se posizionata davanti.
La luce artificiale, invece, deve sempre essere posizionata al di sopra della testa del lavoratore videoterminalista, in modo tale che non sia diretta agli occhi.

Per quanto concerne la postura, importante per il benessere fisico del lavoratore, essa prevede una distanza di 50-70 cm dal monitor rispetto al viso, con una sedia obbligatoriamente ergonomica e regolata in modo tale da permettere al lavoratore di appoggiare gli avambracci sulla scrivania. Il poggiapiedi è sicuramente utile, ma non previsto dalla legge.

STRESS

stress
Stress

Cos’è lo stress?

Conclusi gli aspetti dell’ambiente fisico dell’ufficio, il coordinatore del corso ha affrontato il tema dello stress, un argomento molto delicato da presentare nelle aziende nel mondo della formazione, perché può presentare il rischi di collusione, cioè lo schierarsi del formatore con la committenza oppure con i partecipanti, quindi col sostenere le necessità degli uni a discapito degli altri.

 Per avere un’idea generale e condivisa di che cosa fosse lo stress,  il formatore ha proposto un brainstorming tra i partecipanti, dal quale sono emersi vari termini come attivazione, eustress e distress, relazione tra stimolo e risposta, in relazione anche all’interpretazione che si ha dell’ambiente.

Concretamente, lo stress avviene quando le richieste dell’ambiente superano le risorse che la persona ha a disposizione.

Se tali risorse non sono sufficienti, lo stress sopraffà la persona, causando distress, mentre, se le risorse permettono di far fronte alle richieste ambientali, lo stress assume una connotazione positiva, di attivazione e mobilitazione efficace delle risorse, diventando ciò che viene comunemente chiamato eustress. La tempra e il carattere stesso dell’individuo può essere un aspetto fondamentale per contrastare le richieste ambientali, domarle e attuare atteggiamenti di coping.

Ma che cosa NON è lo stress?

Il formatore ha illustrato che gli aspetti comuni e usuali, come obblighi lavorativi, non sono stressanti, soprattutto se periodici, ma lo possono diventare in determinate condizioni, come quando questi eventi si concentrano in un breve lasso di tempo, più volte, con richieste impraticabili.

La risposta psicosomatica allo stress

Lo stress, purtroppo, può essere somatizzato dall’individuo sottoforma di tic nervosi, dermatiti, disordini alimentari e del sonno, problemi gastro-intestinali e cardiaci, disturbi del sonno, attacchi di panico, irritabilità, abbassamento del proprio sistema immunitario e alopecia.

Lo stress nelle organizzazioni

Nel mondo del lavoro, lo stress è un argomento molto caro ai manager aziendali, poiché lo stress è stimato essere la causa della maggior parte delle perdite economiche di un’organizzazione.

Da un’esercitazione, in cui i partecipanti dovevano individuare su una cartina aziendale, quali fossero i reparti maggiormente colpiti dallo stress. È emerso che i reparti sono interdipendenti e lo stress di uno di questi può avere ripercussioni anche su altri reparti, infatti un calo di produzione può avere un impatto sul management, che, visto il calo dei guadagni, può accusare lo stress e esprimere una cattiva capacità gestionale, pretendendo e sfogando le frustrazioni con reparti intermedi, che sopraffatti da eccessivi e irrealizzabili richieste, può sfociare in fenomeni di assenteismo e turnover.

Fonti potenziali di stress

Effettivamente, le fonti potenziali di stress sul lavoro possono essere suddivise in:

  • Contenuto: tipologia di lavoro, con aspetti come orario, scadenze, compiti (questi dipendono dal dipartimento e dalla mansione, infatti questi sono diversi tra un operaio e un manager).
  • Contesto: coinvolge aspetti di clima e ambiente e sono presenti in ogni tipologia di azienda e organizzazione. Il coordinatore della formazione, ci fa notare che molto spesso è sempre tutto riconducibile all’atteggiamento autoritario dei superiori.

Le conseguenze dello stress

Le conseguenze dello stress fanno sì che alcuni aspetti aumentino (assenteismo, turnover, infortuni sul lavoro, micro-assenteismo) mentre altri diminuiscano (performance, produzione, motivazione, qualità).

Tutte queste conseguenze sono estremamente interdipendenti, tanto da determinare un circolo vizioso, la cui principale e più evidente conclusione è il calo del fatturato. Tutto ciò succede nelle organizzazioni quando non si intraprende un percorso che preveda un buono studio e valutazione dello stress, ignorando le avvisaglie, o anche dette red flags, come conflitti, proiezioni, cattiva comunicazione, il campanello di allarme per un futura manifestazione di stress organizzativo.

Infine, il formatore ha illustrato le consulenze fatte nell’arco della sua pluriennale esperienza un numero minimo di casi ha presentato concretamente le caratteristiche sopracitate, mentre nella maggior parte dei casi la questione sottostante al malessere del lavoratore è la demotivazione, che però prevede uno studio più specifico, mirato alla persona e alla sua indole se compatibile o meno con le caratteristiche del proprio lavoro.

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