La valutazione del rischio stress lavoro-correlato

La valutazione del rischio stress lavoro-correlato è fondamentale per tutelare la salute del lavoratore, ma allo stesso tempo per sostenere il datore di lavoro nella prevenzione e gestione del fenomeno.

Quali sono i moderatori del rischio stress lavoro-correlato?

Con moderatori qui intendiamo variabili che indeboliscono l’effetto degli agenti stressanti. Questi sono: 

  • Il sostegno sociale: la qualità percepita di sostegno derivante dalle relazioni sociali. Determinato da qualità e quantità delle relazioni dell’individuo. dagli altri riceviamo quattro tipi di sostegno sociale: di stima, conoscitivo, sociale, pratico. 
  • L’Hardiness, un concetto di Suzanne Kobasa. Secondo questa autrice ci sarebbe una serie di caratteristiche della personalità che neutralizzano lo stress, sono caratteristiche che implicano la capacità di trasformare dal punto di vista percettivo o comportamentale gli agenti stressanti negativi in sfide positive. 
  • Il comportamento di tipo A - concetto di Friedman e Rosenman. Si tratta di una complessa azione-emozione osservabile in qualsiasi individuo coinvolto in modo prepotente nello sforza cronico e incessante di ottenere sempre di più in sempre minor tempo, e, se necessario, anche opponendosi agli sforzi opposti di altre cose o persone. 

Come avviene la valutazione del rischio stress lavoro-correlato?

La valutazione del rischio da stress lavoro-correlato è parte integrante della valutazione dei rischi in azienda e viene effettuata dal datore di lavoro avvalendosi del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) con il coinvolgimento del medico competente, ove nominato, e previa consultazione del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS/RLST). La valutazione riguarda tutti i lavoratori, compresi dirigenti e preposti, prendendo in considerazione gruppi omogenei di lavoratori (per mansioni svolte o partizioni organizzative) che risultino esposti a rischi dello stesso tipo, secondo una individuazione che ogni datore di lavoro può autonomamente effettuare in ragione della effettiva organizzazione aziendale.

A partire da Aprile 2008 secondo la legge 81/08 è obbligatorio valutare il rischio stress lavoro-correlato. Viene altresì precisato che la valutazione va fatta prendendo in esame non il singolo individuo ma gruppi omogenei di lavoratori esposti a rischi simili. 

Quali sono gli indicatori per la valutazione del rischio?

Possiamo identificare chiaramente:

  • Eventi Sentinella: infortuni, assenze dal lavoro, assenze per malattia, ferie non godute, trasferimenti richiesti, rotazione del personale, sanzioni disciplinari, visite mediche straordinarie, segnalazioni formalizzate di lamentele, istanze giudiziarie per licenziamento 
  • Area Contenuto: Ambiente di lavoro e attrezzature di lavoro, pianificazione dei compiti, carico di lavoro, ritmo di lavoro, orari di lavoro. 
  • Area Contesto: Funzione e cultura organizzativa, ruolo nell’ambito dell’organizzazione, evoluzione della carriera, autonomia decisionale, controllo del lavoro, rapporti interp

Quali sono le categorie di lavoratori più soggette al fenomeno?

  • Medici: sottoposti a forte responsabilità legate ad eventuali decisioni sbagliate che possono avere effetti anche gravi sulla salute delle persone;
  • Infermieri: elevato rischio del fenomeno da Burn-Out come causa eziologica di stress da lavoro correlato;
  • Polizia: soprattutto il personale operativo esposto a rischi quotidiani di aggressione ed esposti a situazioni di disagio sociale con potenziale impatto psicologico molto significativo;
  • Assistenti Sociali: anche in questa professione è elevato il rischio della sindrome da BurnOut, associata all’esposizione a fenomeni di disagio sociale e familiare; da cui la sensazione di sentirsi inefficaci;
  • Insegnanti: forte esposizione a stress da divario generazionale, con difficoltà a relazionarsi con un elevato ed eterogeneo numero di studenti in età giovanile;
  • Autotrasportatori: stress legato a condizioni di lavoro particolarmente difficili, orari di lavoro, distanza da casa, responsabilità nel rispetto delle tempistiche (soprattutto per i privati).

Ci sono delle tecniche per ridurre lo stress individuale?

Possiamo parlare sicuramente di:

  1. Ristrutturazione cognitiva, proposta da Martin Seligman. Egli ha infatti sviluppato un processo in cinque fasi denominato ABCDE 
  • Individuare la circostanza avversa o il problema 
  • Elencare le proprie convinzioni rispetto a tale circostanza o problema 
  • Identificare le conseguenze delle proprie convinzioni 
  • Mettere in discussione le proprie convinzioni. È importante ricordare che i pensieri negativi spesso sono una reazione esagerata, per cui il primo passo consiste nel ridimensionare le impressioni errate o distorte. 
  • Descrivere la carica e la sensazione di empowerment che si provano 
  1. Programmi di assistenza ai dipendenti, si tratta di iniziative mirate ad aiutare i collaboratori ad affrontare difficoltà di diversa natura che potrebbero incidere negativamente sulle prestazioni lavorative 

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