Discriminazioni sul luogo di lavoro: il mobbing

Il mobbing è una forma di abuso. Si tratta di un insieme di comportamenti aggressivi di natura fisica o verbale che un soggetto esercita su altri soggetti. Nella fattispecie, si chiama “mobber” chiunque eserciti abusi e “mobbizzato” chi li subisce.

Quali effetti ha il mobbing sul mobbizzato?

Il mobbizzato è chi subisce mobbing. Quest’ultimo è una violenza psicofisica e una vera e propria molestia morale. Non è quindi impossibile immaginarne le gravi ripercussioni psicologiche. Il mobbing è, per chi lo subisce, un fenomeno insopportabile. Innanzi tutto causa un inevitabile senso di rifiuto nei confronti dell’ambiente lavorativo. In secondo luogo, poi, porta con sé delle conseguenze non trascurabili.

In modo più specifico, il mobbing può provocare alterazioni dell’equilibrio socio-emotivo e generare patologie quali ansia, depressione, ossessioni, attacchi di panico, anestesia emozionale. Inoltre può condurre ad alterazioni dell’equilibrio psicofisico. In questo caso, il mobbing può essere causa di cefalea, vertigini, disturbi gastrointestinali e ipertensione arteriosa. Ad essi si aggiungono anche dermatosi, mal di schiena, disturbi del sonno e della sessualità. Da ultimo, il mobbing può portare disturbi a livello comportamentale e produrre effetti quali modificazioni del comportamento alimentare, reazioni autoaggressive ed eteroaggressive, passività.

I mobbizzati possono inoltre diventare solitari e taciturni, perdere interesse nelle proprie famiglie, essere irritabili e persino aggressivi contro le persone che amano. In aggiunta, essere vittima di mobbing può condurre all’alcolismo (Beasley e Rayner, 1997).

Sulla base di una vasta analisi dei sintomi riportata dai soggetti osservati, si è arrivati a stabilire che i disturbi di cui soffrono i mobbizzati rientrano nei disturbi post-traumatici da stress.

Mobbing: quali sono le caratteristiche del mobber?

Il mobber è colui che esercita il mobbing, attraverso l’uso di comportamenti vessatori, in una sorta di attacco continuato verso il collega (subordinato o peer). Ad oggi, diversi autori hanno provato a stendere il profilo psicologico del mobber. Field, in particolare, suggerisce la ricorrenza di quattro tratti della personalità:

  1. Disturbo di personalità antisociale. Chi esercita mobbing si caratterizza per una mancata accettazione delle norme sociali, disonestà, impulsività, mancanza di empatia per gli altri, irresponsabilità, assenza di rimorso.
  2. Personalità paranoica. Il mobber ha il sospetto infondato che gli altri vogliano arrecargli danno o sfruttarlo. Per questo motivo, chi esercita mobbing sperimenta diffidenza verso la lealtà delle persone vicine.
  3. Disturbo narcisistico di personalità. Il mobber si caratterizza per un sentimento di superiorità rispetto agli altri. Ha scarsa empatia e desidera costantemente ammirazione. Inoltre ha fantasie sconfinate di successo ed esagera le proprie qualità.
  4. Disturbo borderline. Il mobber si caratterizza per avere relazioni instabili. È pervaso da una sensazione di vuoto e dal senso di abbandono. Inoltre, è incapace di controllare la collera, ha comportamenti autolesionisti, cambia continuamente umore. Da ultimo, fa spese impulsive di denaro e adotta comportamenti rischiosi.

Esistono leggi che tutelino il mobbizzato, attualmente?

La tutela da qualsiasi forma di mobbing è contenuta nell’articolo 2087 del Codice Civile. Questo obbliga il datore di lavoro a garantire un ambiente di lavoro sicuro e a vigilare su qualunque condotta potenzialmente lesiva nei confronti dei lavoratori da parte di colleghi o superiori.

Cosa può fare chi è vittima di abusi?

Il soggetto che ritiene di essere rimasto vittima di mobbing può, in prima battuta, inviare una lettera di diffida al proprio datore di lavoro denunciando l’abuso. Poi la condotta mobbizzante potrà anche essere denunciata presso i molteplici sportelli mobbing che sono dislocati in ogni città. Inoltre, è anche possibile avviare una causa civile nella quale richiedere il risarcimento dei danni subiti.

Il caso più grave risiede in quelle situazioni nelle quali la condotta del datore o dei colleghi riveste un rilievo penale. Esempi di questo tipo possono essere: minacce, molestie o maltrattamenti anche verbali. Anche nel caso in cui il mobbing abbia causato una vera e propria malattia, fisica o psichica, la vittima può sporgere denuncia per mobbing alle autorità competenti (Polizia, Carabinieri). E se le indagini confermeranno quanto esposto alle Forze dell’Ordine, verrà avviato un processo penale per mobbing.

A chi possono rivolgersi le vittime di mobbing?

In Italia purtroppo non esistono centri di competenza in grado di supportare un lavoratore vittima di vessazioni sul lavoro, quindi il mobbizzato può trovare sostegno in amici, parenti, colleghi, ma difficilmente troverà un supporto professionale.

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