Il passaggio generazionale in azienda

Di padre in figlio, ma non senza criticità

Nel mondo del lavoro e dell’attività imprenditoriale odierna, prende sempre più spazio e rilevanza l’attenzione al tema del passaggio generazionale. Con questo termine si fa riferimento a un vero e proprio trasferimento del testimone per la gestione dell’organizzazione, dal padre al figlio. Si tratta di un momento fondamentale, a partire dal quale i fondatori di un’organizzazione lasciano spazio, nella conduzione dell’attività, ai propri successori, generalmente gli eredi. Questo passaggio garantisce la continuità dell’attività lavorativa, di generazione in generazione, per mano della stessa famiglia.

Il passaggio generazionale in Italia

Analizzando i dati statistici raccolti negli ultimi anni, è possibile comprendere quanto il passaggio generazionale in azienda sia un fenomeno di particolare interesse per il contesto italiano. Infatti, su 5 milioni di imprenditori iscritti regolarmente alle varie Camere di Commercio, il 93% di questi detiene la proprietà di imprese di tipo familiare. Su questo fronte, l’Italia vive una situazione ben più significativa rispetto al resto d'Europa. Nella restante parte degli stati europei, infatti, solo il 50% delle attività lavorative è di tipo familiare.

Inoltre, secondo l’Associazione Italiana delle Aziende Familiari, nei prossimi anni il passaggio generazionale interesserà oltre la metà delle aziende italiane. Anche se, attualmente, già il 45% è alle prese con tale processo. La spiegazione di questo crescente fenomeno risiede nel graduale invecchiamento e nell’età media dei capi-azienda, che ruota attorno ai 60 anni. Questo implica che in poco tempo molti di questi imprenditori senior si troveranno nella condizione di dover abbandonare la propria attività lavorativa e andare in pensione.

Perché il passaggio generazionale è così importante?

Molti potrebbero domandarsi il perché dell’essenzialità del passaggio generazionale. La risposta è semplice e al tempo stesso sconosciuta alla maggioranza. Con il passare del tempo, accade l’inevitabile: l’imprenditore senior invecchia e con lui l’intera azienda. Con quale rischio? La problematica maggiore è che l’organizzazione perda vigore e prestanza, con la probabilità di diventare meno competitiva sul mercato. L’azienda rischia di chiudersi a riccio rispetto ai temi dell’innovazione e del cambiamento, rimanendo invece ancorata alle vecchie tradizioni. Il risultato, dunque, è che l’azienda sia presto obsoleta e non sappia adeguarsi alle nuove esigenze del mercato e dei consumatori.

Proprio, per questo motivo, il passaggio generazionale si rivela una chiave di volta fondamentale. Esso consente alla generazione in entrata di aiutare quella “vecchia” a comprendere l’importanza di nuovi strumenti, modalità di lavoro e di produzione, di organizzazione e gestione, per essere al passo con i tempi.

A dispetto della sua indispensabilità e rilevanza, ad oggi viene considerato ancora un argomento proibito, un tabù. Un momento tendenzialmente rimandato, a data da destinarsi, soprattutto dagli imprenditori senior. Infatti, quando viene preso in considerazione, il passaggio generazionale manca solitamente di una progettualità di base e di un’attenta realizzazione.

Esso invece costituisce un percorso tutt’altro che scontato e immediato da affrontare. «Va eseguito nei minimi dettagli, pianificato con estrema attenzione», spiega Claudio Devecchi, del Centro di Ricerca sulle Imprese di Famiglia.

Le criticità del passaggio generazionale

Il passaggio generazionale è un momento talmente delicato per l’azienda che non mancano le criticità. Queste, infatti, possono renderlo un momento estremamente difficoltoso e non necessariamente con un finale di successo. Le criticità risiedono a livelli diversi del processo.

Le resistenze dell’imprenditore senior

Una prima criticità è rappresentata dalle resistenze esibite dall’imprenditore senior ad affidare la propria azienda al figlio. Solitamente alla base vi possono essere serie difficoltà psicologiche ed emotive dei capi-azienda. In queste specifiche casistiche è molto probabile, quindi, che l’imprenditore senior si mostri riluttante nel dover lasciare l’azienda alle giovani generazioni, a causa di un forte senso d’inquietudine all’idea di dover abbandonare la propria impresa.

Ciò potrebbe dipendere molto dal fatto che, con l’avanzare dell’età, solitamente le persone si identificano molto di più con il proprio lavoro (Miglioretti, 2020), al quale si arriva ad attribuire un valore superiore rispetto ad altri aspetti della vita personale. A maggior ragione, tale fenomeno potrebbe accadere per queste figure che non solo hanno lavorato nella stessa realtà per molti anni, ma sono loro stesse i primi fondatori. Questo potrebbe generare un’inevitabile e profondo senso di identificazione e appartenenza con l’attività lavorativa, che rende molto più difficile l’addio al quale vengono chiamati.

I limiti dei successori

Altre criticità possono emergere dai limiti o difficoltà dei successori, che sfavoriscono un efficacie passaggio generazionale. Non è insolito infatti che i figli dei capi-azienda non si sentano o non siano effettivamente idonei a succedere ai genitori. Questo soprattutto per due motivazioni. Innanzitutto a causa delle scarse conoscenze tecniche o doti gestionali e imprenditoriali degli stessi. Alla base vi potrebbe essere un mancato passaggio, antecedente e graduale, del know-how e del bagaglio di conoscenza. Spesso, infatti, si tende a confondere il passaggio generazionale come il momento di consegna di particolari quote o cariche societarie. In realtà non è così. In principio, infatti, vi deve essere un trasferimento della cultura, utile a una buona conduzione della realtà lavorativa.

Inoltre, spesso i successori non sono interessati a seguire le orme del padre, avendo maturato prospettive differenti. Qui il rischio principale è che i figli prendano comunque in carico l’azienda, ma solamente a causa delle pressioni sperimentate e dal senso di dovere determinato dal portare avanti la tradizione di famiglia. Questo può condurre alla nascita di diversi conflitti familiari, considerando che si relazioni familiari e lavorative vanno a sovrapporsi.

Le resistenze dei collaboratori dell’organizzazione

Ancora, un altro aspetto critico può emergere da un terzo soggetto: i collaboratori dell’organizzazione. Essi spesso mostrano difficoltà a legittimare l’ingresso del successore in azienda. Sovente, infatti, i dipendenti, abituati alla figura dell’imprenditore senior, realizzano confronti tra padre e figlio. Questo li porta inevitabilmente a preferire il primo, con il quale sentono di aver costruito e dato vita all’azienda. Si tratta di un’altra importante forma di resistenza che può, se non altro, rendere più difficoltoso il lavoro delle nuove generazioni e la realizzazione di un clima funzionale e di supporto.

Quali sono le conseguenze delle criticità del passaggio generazionale?

Non di minore rilevanza è anche la possibilità che il passaggio del testimone possa provocare una momentanea battuta d’arresto della redditività. Questo fenomeno accade circa nel 64% dei casi e può seriamente preoccupare.

Molte di queste principali criticità sono state confermate da una ricerca condotta da PwC. Ciò che è emerso è che ben il 20% dei figli di attuali imprenditori non vuole lavorare nell’azienda di famiglia. Più del 59%, invece, crede che sarà difficile guadagnarsi la stima dei collaboratori. Da ultimo, ben il 64% pensa che i padri avranno difficoltà a cedere loro le redini.

Il passaggio generazionale in azienda
Il passaggio generazionale in azienda

Come gestire adeguatamente il passaggio generazionale?

A fronte di una più adeguata gestione del passaggio generazionale, vanno quindi considerate diverse fasi fondamentali. In primo luogo, è indispensabile che i membri della famiglia, insieme ai dipendenti, sentano la necessità di preparare prima del tempo un passaggio generazionale. Così facendo non si riduce all’ultimo un processo che va eseguito in un arco temporale più dilatato. Ogni elemento previsto nella progettualità deve riuscire a mettere d’accordo tutti i partecipanti, pur nei loro interessi e intenti distinti. Alla base vi deve quindi essere un obiettivo condiviso, un percorso supportato, da svolgere con modalità accreditate. Se necessario, con l’ausilio di figure competenti in materia.

Inoltre, è fondamentale che nell’azienda nella quale ci si appresta a compiere un passaggio generazionale ci sia l’intenzione di adottare un change management. Con questo termine si fa riferimento a un approccio volto a favorire il cambiamento negli individui, nei gruppi, nelle organizzazioni. Si tratta di un processo alla base di ogni transazione da un assetto corrente a un futuro assetto desiderato, le cui caratteristiche comprendano la possibilità di delegare e il miglioramento continuo.

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