Cosa non è mobbing? Fenomeni disfunzionali a confronto

Il mobbing non è l'unico dei fenomeni disfunzionali che possono verificarsi sul luogo di lavoro. Tra questi, infatti, si possono includere anche straning, stress lavoro-correlato e burnout. Di seguito le loro caratteristiche.

Lo straining, uno dei fenomeni disfunzionali

Rispetto ai fenomeni disfunzionali, lo straining non ha una definizione legale. La disciplina medico-legale lo definisce «una situazione di stress forzato sul posto di lavoro». Qui la vittima subisce almeno un’azione che ha come conseguenza un effetto negativo nell’ambiente lavorativo. L’azione, oltre a essere stressante, è caratterizzata anche da una durata costante. La vittima è quindi in persistente inferiorità rispetto alla persona che attua lo straining (strainer).

La definizione di questo fenomeno disfunzionale è stata progressivamente accolta anche dalla giurisprudenza. Essa aggiunge inoltre che, per fermare un caso di straining, basta che esso si sia verificato una sola volta. La condizione necessaria, però, è che questa abbia avuto effetti duraturi nel tempo. Ad esempio, demansionamento o svuotamento di mansioni hanno effetti mortificanti duraturi.

Come per il mobbing, anche per lo straining la norma principale di riferimento è l’articolo 2087 del Codice Civile.

Cos’è lo stress lavoro-correlato?

Tra gli altri fenomeni disfunzionali troviamo lo stress lavoro-correlato, legato al lavoro e all’organizzazione. Lo stress è un evento psicosomatico che, a partire da uno stimolo interno o esterno, va a turbare il nostro stato di equilibrio psicologico. Una esposizione prolungata allo stress può ridurre l’efficienza sul lavoro e causare problemi di salute.

Sarebbe uno sbaglio ritenere che il lavoro sia la sola causa dello stress. Infatti, lo stress da lavoro può essere causato da vari fattori quali contenuto e organizzazione del lavoro, ambiente di lavoro, comunicazione poco efficace. Dunque, lo stress lavoro-correlato può essenzialmente essere di due tipi. Il primo tipo deriva dalla natura stessa del lavoro. In generale, ciascuna professione contiene una componente di stress, ma ce ne sono alcune più stressanti di altre. Le responsabilità di un chirurgo, di un poliziotto o di un pilota di aerei, per esempio, sono molto elevate. Ne consegue che lo stress che ne deriva è alto.

Il secondo tipo di stress è di natura organizzativa. In questa categoria rientrano ad esempio turni e orari di lavoro inadeguati, mansioni complicate rispetto al ruolo o troppo pericolose, aspettative di rendimento eccessive. Anche una mancanza di formazione sulle attività richieste o mancanza di personale rispetto ai carichi di lavoro sono fonti di stress organizzativo.

Anche per il secondo dei fenomeni disfunzionali, la norma principale di riferimento è l’articolo 2087 del Codice Civile. A questa si aggiunge l’articolo 28 del Decreto legislativo 81 del 2008. Secondo questo articolo, è preciso dovere del datore di lavoro valutare il livello di stress che esiste sul posto di lavoro.

Il burnout, un altro dei fenomeni disfunzionali

Il burnout è una sindrome da esaurimento emotivo. È infatti molto diffuso soprattutto nelle professioni che prevedono un continuo e costante contatto con il pubblico o nelle cosiddette professioni d’aiuto. In particolare, proprio queste ultime professioni spesso hanno risvolti molto stressanti o frustranti. Comportano, infatti, un continuo confronto con la sofferenza umana.

Poiché il burnout deriva da una situazione occupazionale che viene percepita come problematica, esso è, tra i fenomeni disfunzionali, quello che più si caratterizza per un approccio psicologico. Infatti, si concentra più sulla persona e meno sull’ambiente lavorativo.

Tra i suoi effetti, si possono notare un deterioramento dell’impegno profuso nel lavoro e un peggioramento delle emozioni associate al lavoro. Ne deriva quindi una difficoltà di adattamento tra sé e il lavoro, proprio a causa del carico emotivo che esso genera. L’individuo, quindi, risulta apatico, stanco, indifferente nei confronti degli altri, poco motivato e coinvolto.

Il burnout si costituisce di quattro fasi. Un iniziale entusiasmo sfocia in un periodo di stagnazione. Ad essa fa seguito un periodo di frustrazione che culmina in indifferenza e apatia. Tale ciclo ha conseguenze pesanti sull’organizzazione nel suo insieme e potrebbe innestare situazioni quali il mobbing o lo straining.

La normativa invocabile a protezione e il regime probatorio è la stessa prevista per lo stress lavoro-correlato.

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